Psicologa e Psicoterapeuta individuale e della coppia
Specializzata in Psicoterapia Cognitivista e Terapia cognitivo-comportamentale
Laureata nel 2005 all' Università degli Studi di Torino
Sessuologa clinica
Esperienza clinica ventennale in psicologia clinica con adulti e giovani adulti
Facilitatrice in Mindfulness
Sessuologa clinica
Ricevo a Torino in Corso San Martino 8, adiacente a Piazza Statuto e a Porta Susa
E a Ceva, in provincia di Cuneo
Iscritta all' Ordine degli Psicologi nel 2006 con numero di iscrizione 4820
Laureata nel 2005 e specializzata in Psicoterapia Cognitivista nel 2011 con il massimo dei voti.
Master quadriennale in Sessuologia.
Mi occupo di Disturbi d'ansia e dell' Umore
(Ansia, attacchi di panico, disturbo Ossessivo-compulsivo, Depressione, Distimia, Disturbo Bipolare)
Disturbi di Personalità ( Borderline, Evitante, Dipendente, Narcisistico..)
Problematiche relazionali e di coppia
Problematiche legate all' autostima
Maggiore consapevolezza
Disturbi alimentari
Dipendenze
Insonnia
Mindfulness
Psicoterapia individuale
Psicoterapia di coppia
Psicoterapia breve
Psicoterapia Cognitivista e cognitivo-comportamentale
Psicoterapia online e videoconsulenza
L'ansia, la rabbia, il dolore, la paura, la disperazione, la perdita dell'autostima e in generale tutti i sintomi, sono conseguenze, indicatori importanti che ci segnalano che non stiamo raggiungendo obbiettivi importanti per la nostra vita.
La psicoterapia è un processo relazionale che ci aiuta a comprendere quali sono gli scopi esistenziali che non riusciamoco a raggiungere e le motivazioni del proprio star male.
A partire dalle prime relazioni di attaccamento le ripetute, imprevedibili e continue disconferme rispetto alla possibilità di sentirsi persone degne di amore, di avere un valore in quanto se stessi, di essere liberi di operare delle scelte in autonomia, di condividere delle relazioni interpersonali, di trovare un significato per gli eventi producono un'indicibile sofferenza.
Potrebbe accadere, ad esempio, che una madre si preoccupi di provvedere in modo impeccabile a tutte le esigenze del bambino, ma non al suo bisogno di essere amato in maniera incondizionata. Immaginiamo, ad esempio, che sia una madre che dà affetto al figlio facendo per lui ciò che gli serve e dicendogli con le parole che gli vuole bene, però, a condizione che si comporti come si deve e se lo meriti. Non è probabile che tra gi assunti di base di quel bambino si sviluppi l'idea di essere amabile in quanto se stesso, unico e irripetibile e che certi dubbi possono essere fugati da un abbraccio. Svilupperà, ipoteticamente, l'idea che l'amore degli altri bisogna meritarselo dimostrando quanto ci si comporta bene. Non avendo però imparato l'amore incarnato nei segnali del corpo dovrà segure la linea della ragione o si troverà obbligato a cogliere la logica impossibile della perfezione, o la ricerca di un ideale esterno, cercando tutto solo di fare stare bene gli altri che solo così potranno amarlo...altri che glielo diranno, ad esempio, con carezze di cui non ha imparato a fidarsi.
Secondo questo approccio, narrativo e costruttivista il modo di comprendere la personale sofferenza umana non è quello di costringerla in una etichetta, ma di incarnarla in una storia di vita, nell'unicità di quella persona. Nella storia possiamo comprendere l' origine della sofferenza e trovargli un senso, vedere quali sono gli obiettivi che non si riescono a raggiungere,dove si inceppano i meccanismi e quali sono gli schemi disfunzionali che ora non hanno più ragione d'essere. Anzichè raccontare la storia di una Depressione, ad esempio, potremo raccontare la storia di un debito di amore, di gesti mancati, di carezze non date, di abbracci rubati.